mercoledì 2 maggio 2012

La Canzone di Blodeuwedd

"Non di padre nè di madre fu il mio sangue, fu il mio corpo.
Fui stregata da Gwyddion, grande incantatore dei Britanni,
quando mi formò da nuove fiori, nove germogli di varia specie:
dalla primula di montagna, ginestra, ulmaria e gittaione frammisti insieme,
dal fagiolo che reca nella sua ombra una bianca armata di spettri di terra,
della specie terrestre, dai fiori dell'ortica, di quercia, di rovo e del timido castagno.
Nove poteri di nove fiori,
nove poteri combinati in me,
nove germogli di piante e di alberi.
Lunghe e bianche sono le mie dita, come la nona onda del mare".

-Hanes Blodeuwedd- trad. in italiano dall'inglese di Robert Graves in "La Dea Bianca"-


Questa è la conazone di Blodeuwedd, la Bianca Signora di Maggio, Viso di Fiori con grandi occhi di Civetta, per scrutare nel buio e vedere oltre le apparenze. Signora delle Ossa e della Rinascita, ci ricorda l'eterno alternarsi del Ciclo di Morte-Vita, Inverno e Primavera.


Gli antichi sapevano che nulla di bello e nuovo può arrivare senza la sofferenza del lutto e dell'abbandono, come i semi affrontano il gelo del buio inverno prima di sbocciare, come le ossa restano nella tomba fino alla rinascita.


Uno dei ricordi più belli che ho dei miei viaggi in terra di Britannia è legato ad un giorno di giugno assolato nella piana di Avebury. 
Il cerchio di pietre è molto grande, e anche quando ci sono turisti puoi non incontrare nessuno per diverso tempo. E' tutto molto silenzioso, interrotto spesso solo dal belare degli animali che pascolano liberamente.
Percorrendo circa un chilometro nei prati dove l'erba è già altissima, si arriva facilmente al Kenneth Long Barrow, una delle tombe a tumulo preistoriche meglio conservate, ai piedi della misteriosa Silbury Hill e vicino ad una fonte che ancora oggi alcuni ritengono magica.
Entrando nel tumolo, l'atmosfera cambia sensibilmente, si passa dal pieno sole alla calma e al freddo, si percepisce il soffio dell'Eternità. Emily Dickinson l'avrebbe amato.
L'ultima volta che ci sono stata, ho incontrato una donna con il suo cane. Era seduta al centro del tumolo e cantava. Cantava splendidamente e con voce cristallina che risuonava in tutta la tomba. Lo ricordo ancora con estrema vividezza perchè è stata un'esperienza fuori dal tempo, una di quelle per cui vale la pena aspettare anni.



last two images from me, all others taken from the web

2 commenti:

Isobel -Argante- ha detto...

non mi parlare di Avebury... mi si stringe il cuore....
stretto così stretto che fa male....

Anonimo ha detto...

Oh cara, non conoscevo questa canzone, grazie di averla postata!
Certi luoghi, come quello che tu descrivi, hanno quella magia e quell'incanto capaci di restarti nel cuore...