So che per molte persone il periodo delle feste è tutt'altro che felice. A volte si è talmente circondati dal consumismo, dal finto buonismo e dall'ipocrisia che si perde il vero senso di questi giorni. Per i nostri antenati l'inverno era una stagione di rigore, di privazioni e a volte anche di morte per i più deboli e malati. A noi, circondati dal calore e dalle comodità ormai sembra quasi impossibile. Nel nostro benessere siamo lo stesso infelici. Eppure, loro che vivevano più duramente, riconoscevano il vero mistero del solstizio: la promessa della luce che ritorna, che illumina l'oscurità, ed è tanto più preziosa e vitale tanto più profondo è il buio. Non è vero che a natale si è tutti più buoni o che i porblemi se ne stanno fuori dalla porta dal 25 dicembre al 6 di gennaio. Ma di certo potremmo provare ad affrontarli in maniera differente, ricordando che con la nostra mente e le nostre azioni plasmiamo la realtà che ci circonda e creiamo i nostri inferni e paradisi. Nelle 12 notti del natale mi piace ricordare che proprio nei momenti più duri abbiamo la possibilità di riscoprire la luce interiore affinchè illumini il mondo.
3 commenti:
Come sei dolce!
Un raggio di sole ogni giorno più durevole, dal giorno del solstizio...un bacetto cara, grazie per questi pensieri e questa poesia!
La Velata riemerge con saggezza e dolcezza :-)
Bisou tesorina mia
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